Enoturismo in Italia: strategie e modelli organizzativi per un settore in evoluzione
Il nuovo paradigma dell’enoturismo in Italia: tra pragmatismo e modelli evoluti

Un comparto in crescita ma anche in evoluzione
Dal report internazionale Global Wine Tourism Report 2025 emerge inoltre che l’offerta enoturistica assume un peso crescente come driver di sviluppo nelle economie rurali, ma con una crescita ancora disomogenea tra regioni e paesi. In buona sostanza, l’opportunità è grande, ma gli strumenti e la governance devono adeguarsi.
Modello toscano: paradigma e laboratorio
- Accoglienza prevalentemente familiare (circa 63 % delle cantine)
- Forte valorizzazione del paesaggio (95 %) e della componente storico-culturale (74 %)
- Offerta esperienziale diversificata: il 63 % delle cantine toscane propone almeno cinque esperienze enoturistiche distinte
- Posizionamento premium in una parte consistente delle strutture: circa il 66% delle aziende ha un’offerta “premium” posizionata mediamente tra 60 e 90 euro.
Le sfide per trasformare l’enoturismo in asset strategico
- Apertura nel weekend: in Toscana il sabato è coperto dal 71 % delle cantine, ma la domenica solo dal 47 %. Limite alla massimizzazione della domanda
- Dimensione formativa e competenze: le aziende segnalano la necessità di migliorare in comunicazione digitale, lingue straniere, marketing esperienziale
- Organizzazione e governance: il dossier UIV segnala come la crescita “spontanea” dell’enoturismo necessita ora di modelli organizzativi, pianificazione economica e figure professionali dedicate.

L’accelerazione della formazione e delle reti territoriali
Un recente esempio operativo è il progetto Lugana Lab promosso dal Consorzio Tutela Lugana DOC, che rappresenta una best-practice nell’adozione del paradigma enoturistico come leva strategica. Il laboratorio, avviato nell’ottobre 2025, punta a trasformare l’enoturismo in asse strategico per le cantine della denominazione, attraverso formazione, esperienze pratiche, sharing di good-practice e networking.
Questo tipo di iniziativa segnala chiaramente il passaggio: da “apertura occasionale” a “piano integrato di sviluppo enoturistico”. Per le aziende del settore turistico / ospitalità (tour operator, DMC, hotel relais, agriturismi), l’opportunità consiste nel collaborare con le cantine, attivando pacchetti esperienziali, co‐brand, eventi dedicati, e sfruttando la spinta verso la professionalizzazione.
Il ruolo crescente del sentiment e dell’abbinamento vino-gastronomia
Nel contesto della domanda turistica, un ulteriore fattore emergente è il sentiment legato all’enogastronomia: per la Toscana il comparto “food & wine” viene identificato come “la terra del sogno”, con un indice di sentiment superiore di quasi due punti percentuali rispetto al resto d’Italia.
In questo senso, l’enoturismo in Italia beneficia della sinergia con la gastronomia, il paesaggio e la cultura locale. Il binomio vino‐cibo diventa dunque un driver esperienziale fondamentale: degustazioni tematiche, abbinamenti locali, eventi in cantina con chef, cooking class legate al vino.
Implicazioni per gli operatori del turismo e dell’ospitalità
Alla luce delle evidenze, ecco alcuni elementi chiave da considerare se si opera nel segmento enoturistico o si intende attivare partnership nel comparto:
- Segmentazione del target: non solo appassionati vino, ma gruppi MICE, incentive, coppie luxury, famiglie. Il modello toscano dimostra l’efficacia della diversificazione dell’offerta
- Esperienze integrate: l’offerta deve includere cantina + paesaggio + cultura + gastronomia. Uno storytelling forte rende l’esperienza distintiva
- Professionalizzazione dell’accoglienza: formazione del personale, digitalizzazione, lingue, accessibility; tennis per il weekend, orari flessibili, prenotazioni online
- Pricing coerente e proposta premium: posizionare l’esperienza e saper comunicare il valore differenziato. In Toscana un’offerta premium tra 60-90 € è già standard
- Partnership territoriali: hotel, ristoranti, cantine e attrazioni devono lavorare in sinergia, per creare itinerari wine & stay
- Fidelizzazione e community: l’enoturista non è “solo” un ospite: può diventare ambassador del brand e del territorio. Le iniziative di formazione come Lugana Lab lo sottolineano
- Monitoraggio e dati: adottare modelli organizzativi che prevedano KPI sull’esperienza, margini commerciali generati dall’enoturismo, vendite dirette in cantina, vendite D2C.

Conclusione
Gestire l’enoturismo significa oggi saper convertire l’interesse in prenotazione.
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FONTI
https://cittadelvino.com/lenoturismo-toscano-spicca-per-pragmaticita/
https://www.foodaffairs.it/2025/10/20/il-consorzio-lugana-doc-lancia-lugana-lab/
https://www.unioneitalianavini.it/approfondimenti-tematici/news/enoturismo-italiano-modelli-organizzativi-strategia-formazione
https://horecanews.it/enoturismo-le-cantine-ci-credono-piu-dei-mercati-il-global-wine-tourism-report-2025-risponde
https://winenews.it/it/enoturismo-e-gastronomia-la-toscana-e-la-terra-del-sogno-nel-sentiment-dei-turisti_572339/